Artroscopia dell’anca
L’artroscopia dell’anca è una tecnica chirurgica mininvasiva che consente di trattare per via endoscopica (ossia, senza aprire l’articolazione) alcune patologie dell’anca, tipiche dei pazienti giovani attivi o sportivi, che causano dolore ingravescente e rigidità progressiva, tra cui più frequentemente il conflitto femoro-acetabolare.
La procedura chirurgica viene realizzata attraverso alcune piccolissime incisioni cutanee (portali artroscopici) avvalendosi di strumenti operatori specifici e di una telecamera con ottica ad alta definizione.
Il paziente viene posizionato in sala operatoria su appositi letti dotati di un sistema di trazione meccanica diretta sull’arto da operare, con l’obiettivo di creare sufficiente spazio in un’articolazione profonda come quella coxo-femorale, riempita e distesa da soluzione fisiologica.
Durante l’artroscopia dell’anca il chirurgo, avvalendosi di un’apparecchiatura ampliscopica (BW) necessaria per la valutazione radiografica intraoperatoria, è in grado eseguire diverse procedure associate in base alla problematica riscontrata: riparazione del labbro acetabolare, capsulotomia e sinoviectomia parziale, plastica acetabolare, rimodellamento del collo femorale, asportazione di corpi mobili, debridement o microfratture della cartilagine, biopsia sinoviale.
Indicazioni all’artroscopia dell’anca
Tra le patologie trattate tramite l’artroscopia d’anca sicuramente il conflitto o impingement femoro-acetabolare (FAI) è quella che riveste il maggior interesse perché ritenuto responsabile di lesioni degenerative articolari, tra cui la coxartrosi precoce.
Tra le altre indicazioni specifiche ricordiamo le lesioni del labbro acetabolare, lesioni cartilaginee, osteocondrite dissecante, presenza di corpi mobili, artrosinoviti, infezioni, lesioni del legamento rotondo, esiti di Morbo di Perthes o di epifisiolisi in età pediatrica, osteofitosi post-traumatica, calcificazioni, l’anca a scatto interna e esterna, la borsite trocanterica e le tendinopatie del medio e piccolo gluteo. La maggior parte di queste colpiscono soggetti giovani-adulti che sviluppano nel tempo una progressiva rigidità dell’anca, spesso associata a zoppia durante il cammino e dolore intenso nello svolgimento delle comuni attività quotidiane, lavorative e sportive.
Protocollo riabilitativo
Sin dalla prima giornata post-operatoria il paziente viene sottoposto ad una precoce mobilizzazione attiva e passiva dell’anca operata da parte dei fisioterapisti con l’obiettivo di raggiungere alla dimissione, dopo 2-3 giorni, piena autonomia nella deambulazione e nel salire e scendere le scale con bastoni antibrachiali, che verranno utilizzati per circa tre settimane.
Il programma di riabilitazione prosegue ambulatorialmente con regolare e costante fisiokinesiterapia a secco e idrokinesiterapia in piscina riabilitativa per il rinforzo della muscolatura del quadricipite della coscia, degli ischio-crurali e del ventaglio gluteo.
Il ritorno all’attività sportiva è possibile solo a seguito di un completo recupero della forza e dell’elasticità muscolare, solitamente dopo 4-5 mesi, consigliando di cominciare da quelle a basso impatto, come nuoto e bicicletta.
Domande frequenti
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L' opinione dei pazienti
Ulmerina – 85 anni
Osteonecrosi testa del femore
Non camminavo quasi più per un dolore crescente alla gamba, che si è rivelato effetto di una brutta necrosi al femore. Dopo qualche mese la situazione era così peggiorata che il dott. Razzaboni mi ha detto “Solo con l’intervento potrebbe avere una soluzione, altrimenti è condannata non solo ad avere sempre più male, ma non riuscirà nemmeno a stare seduta”. Non ci ho pensato a lungo, ho deciso di operarmi e, nonostante qualche altro problemino di salute, l’intervento è andato benissimo. Il dott. Razzaboni è stato molto chiaro sui rischi, come sulle possibilità. A distanza di 3 mesi camminavo già bene, senza quel dolore terribile ed avevo quasi completamente abbandonato il deambulatore: sono rinata!
I miei figli ed io vorremo fare davvero un “monumento” al dott. Razzaboni e a tutto il suo staff di Villa Igea: bravi, gentili, preparati e molto umani!
Loretta – 61 anni
Quando mi sono presentata per la prima volta nell’ambulatorio del dr. Razzaboni con un’artrosi molto grave al ginocchio destro, ero titubante al pensiero di dover affrontare un nuovo intervento di protesi, dopo aver subito la stessa operazione all’altro ginocchio anni prima. Per farmi superare le mie paure, visto che l’altra volta avevo avuto diverse difficoltà nella fase di recupero, ci sono volute tutta la pazienza e la bravura del dottore. Mi hanno aiutato tanto anche l’ambiente cordiale e accogliente della clinica e il bel rapporto con la mia fisioterapista.
Poi, quando al controllo dopo trenta giorni il dr. Razzaboni mi ha detto che la ripresa era già molto buona, beh… è stata la conferma che questa volta mi ero affidata alla persona giusta!
Giovanni – 77 anni
Coxartrosi bilaterale
Ho avuto modo di apprezzare l’alta professionalità del dott. Paolo Razzaboni, giovane chirurgo ortopedico presso Ospedali Privati Forlì, in occasione dell’intervento bilaterale di protesi d’anca, a cui sono stato sottoposto nel giro di un anno dopo aver valutato diverse alternative a Milano, dove risiedo.
La sua tecnica operatoria mininvasiva, senza taglio della muscolatura glutea, mi ha permesso un rapidissimo recupero funzionale di entrambi gli arti (in meno di una settimana) ed una minima cicatrice. Anche nell’assistenza post-operatoria, il dottore ha saputo indirizzarmi ed assicurarmi per una piena ripresa del movimento e della forza. Un grato ringraziamento al dottore ed al suo staff.
Rita – 61 anni
Coxartrosi primitiva
Il fatto che il giorno dopo l’intervento di protesi d’anca fossi già autonoma negli spostamenti è stato determinante per darmi la forza di portare avanti con successo la riabilitazione e riacquistare una funzionalità molto buona. Il dr. Razzaboni me lo aveva detto già il giorno della prima visita, quando mi aveva spiegato il tipo di intervento che aveva intenzione di fare, la tecnica mininvasiva anteriore e tutti i suoi vantaggi.
E devo dire che gli ho creduto senza riserve perché “a pelle” ha subito conquistato la mia fiducia, come non mi era invece accaduto anni prima con il chirurgo che mi aveva operato di protesi all’altra anca.
Francesca – 41 anni
Lesione legamento crociato
Mi avevano parlato del dott. Razzaboni altri pazienti che avevano fatto il mio stesso percorso e devo dire che, appena terminata la prima visita con lui, ho capito che era il medico giusto per me.
Ero stata da altri chirurghi, ma solo lui mi ha convinta; è una persona molto umile e squisita. Sapeva esattamente cosa avrebbe fatto e cosa sarebbe successo dopo l’intervento, passo dopo passo, e i tempi di ripresa sono stati esattamente quelli che aveva previsto.
Giulio – 60 anni
Gonartrosi
Ero convinto di poter tenere sotto controllo i dolori del mio ginocchio destro causati dall’artrosi, ma così non è stato: le medicine facevano effetto solo per brevi periodi, poi il problema si ripresentava. Me lo ha fatto capire subito il dottor Razzaboni, che mi ha consigliato di intervenire con una protesi parziale monocompartimentale del ginocchio: devo dire che è andato tutto molto bene e dopo un mese dall’intervento camminavo già tranquillamente. La fisioterapia è stata efficace e i terapisti, oltre a lavorare sui movimenti del ginocchio, hanno rafforzato i muscoli della coscia, migliorando la stabilità della gamba.
Franca – 87 anni
Coxartrosi primitiva
Soffrivo da tempo per una anca disastrata, per via di una coxartrosi sinistra grave, con evoluzione in necrosi e una grande limitazione funzionale. Faticavo a prendere una decisione per risolvere il problema. Quando ho incontrato il Dott. Razzaboni non ho più avuto dubbi! Mi sono da subito affidata, mi ha operata con la tecnica mininvasiva per via anteriore diretta ed ora cammino retta e non ho più alcun dolore!
Grazie a lui, grazie alla sua équipe.
Grazie, grazie… sono al settimo cielo dalla felicità!
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