Trattandosi di pazienti sportivi o comunque attivi, l’eventuale trattamento chirurgico della deformità viene effettuata con procedure mininvasive, in questo caso l’artroscopia d’anca. Essa richiede strumentazione ed esperienza specifica: vengono utilizzati letti operatori che si avvalgono della trazione all’arto da operare per creare sufficiente spazio per accedere e lavorare all’interno dell’articolazione; mentre i portali artroscopici variano tra i 2 e i 5, in base all’esperienza del chirurgo e agli atti chirurgici da eseguire.
D’altra parte, le controindicazioni all’intervento sono rappresentate da un’artrosi di grado elevato, in cui la procedura non apporterebbe alcun giovamento al paziente, e dalla presenza di gravi comorbidità.
La diagnosi precoce e le conseguenti strategie adottate consentono di rallentare il processo degenerativo dell’articolazione, migliorando la qualità di vita del paziente. La fisioterapia risulta fondamentale sia nel pre che nel post-operatorio, ma deve essere eseguita in centri specializzati e deve prevedere una parte di lavoro in acqua da effettuare con grande costanza e per una durata variabile a seconda della procedura effettuata durante l’intervento.