Il ginocchio con le sue componenti ossee, legamentose e tendinee

Gonartrosi

Radiografia di ginocchio sano (sinistra) e artrosico (destra)

L’artrosi del ginocchio, o gonartrosi, è una patologia degenerativa caratterizzata dall’usura progressiva della cartilagine di rivestimento dell’articolazione che può interessare uno o più compartimenti del ginocchio (femoro-tibiale mediale o laterale, ed eventualmente quello femoro-rotuleo) con associata deformazione dell’articolazione e limitazione dei movimenti.

La perdita di congruenza delle superfici articolari può essere causata da un’artrosi primitiva oppure secondaria. Nelle artrosi primitive, oltre a un certo grado di familiarità, si riconoscono alcuni fattori predisponenti come l’obesità, disfunzioni ormonali e microtraumatismi legati all’attività lavorativa e sportiva.

L’usura della cartilagine, fisiologica con l’avanzare dell’età, può diventare talmente grave da compromettere la funzionalità del ginocchio e causare un restringimento dello spazio articolare: l’osso sottostante inizialmente si ispessisce, poi inizia a “cedere”, deviando progressivamente l’asse di carico del ginocchio verso l’interno (varismo) se l’usura maggiore coinvolge la porzione mediale, o verso l’esterno (valgismo) se il danno cartilagineo prevale sul comparto laterale.

Le artrosi secondarie, invece, vengono spesso correlate a pregresse fratture del piatto tibiale, del femore distale o della rotula, infezioni, patologie metaboliche come artrite reumatoide oppure osteocondrite.

I sintomi più comunemente riferiti dai pazienti sono:

  • dolore intenso nello svolgere le più comuni attività quotidiane (come camminare, vestirsi o fare le scale) comprese quelle lavorative e sportive,
  • ginocchio rigido spesso associato a gonfiore,
  • tumefazione posteriore del cavo popliteo (“cisti di Baker”),
  • sensazione di instabilità durante il cammino con episodi di cedimento articolare.

Diagnosi

Per confermare la diagnosi clinica della gonartrosi, accanto all’esame obiettivo del ginocchio, lo specialista ortopedico valuta prima di tutto le immagini radiografiche (RX) dell’articolazione del ginocchio che prevedono alcune proiezioni specifiche (panoramica arti inferiori sotto carico, antero-posteriore e laterale in carico, assiale di rotula).

La risonanza magnetica (RM) svolge ruolo fondamentale per individuare le alterazioni precoci della cartilagine e dei menischi, l’eventuale coinvolgimento del tessuto osseo subcondrale (osteonecrosi) e l’integrità dei legamenti crociati e collaterali.

Trattamenti

Il trattamento iniziale solitamente consigliato è quella conservativo. Il programma prevede generalmente sedute di fisiokinesiterapia, terapia medica con farmaci antinfiammatori e antidolorifici, terapia fisica come laserterapia, ultrasuoni, TENS, tecar e magnetoterapia.

Le terapie infiltrative locali includono l’utilizzo di cortisone intra-articolare in una fase infiammatoria acuta e di acido ialuronico in una fase cronica di attrito tra le superfici articolari. L’azione principale dell’acido ialuronico è quella di ripristinare viscosità ed elasticità del liquido sinoviale presente all’interno dell’articolazione danneggiata, attraverso un’azione meccanica di lubrificazione e di assorbimento delle sollecitazioni meccaniche articolari. Consente inoltre, con la sua attività di viscoinduzione, di ridurre la presenza di mediatori chimici dell’infiammazione ad azione degradativa sullo strato cartilagineo.

In tutti i casi non responsivi al trattamento conservativo oppure in quadri di gonartrosi avanzata, l’unica valida opzione terapeutica è rappresentata dal trattamento chirurgico di artroprotesi di ginocchio (totale o parziale monocompartimentale) con l’obiettivo di restituire una buona articolarità e una progressiva ripresa della funzionalità.

Naturalmente sulla base dell’esame clinico e radiografico, il chirurgo valuta la necessità dell’intervento in funzione della gravità della patologia, dell’età, delle aspettative e delle richieste funzionali del paziente.

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