
Lesione del menisco

I menischi interno ed esterno (o mediale e laterale) sono strutture di fibrocartilagine a forma di semiluna, interposte tra le superfici articolari di femore e tibia, la cui funzione principale è garantire una bilanciata distribuzione del carico sulla cartilagine, ammortizzando e assorbendo gli urti.
La lesione del menisco è un fenomeno piuttosto frequente e può essere provocata da un trauma distorsivo, solitamente in persone giovani e sportive, oppure legata a un processo degenerativo, che peggiora progressivamente fino a provocarne la rottura. Il sintomo più caratteristico è il dolore associato generalmente a gonfiore dell’articolazione. In alcune situazioni il paziente riferisce una sensazione di “crack” o di “rottura interna” e di frequente subentrano blocchi articolari con impossibilità a flettere o estendere il ginocchio, a causa di frammenti di menisco lesionato che si interpongono tra le superfici articolari.
La diagnosi viene fatta dallo specialista ortopedico attraverso l’esame obiettivo del
ginocchio, che comprende anche alcuni test clinici (Apley e McMurray) per verificare l’integrità dei menischi; tutto questo viene completato dalla valutazione della radiografia del ginocchio che consente di escludere fratture o lesioni ossee associate e della RMN, esame gold standard per una corretta identificazione delle lesioni meniscali e legamentose.
Il trattamento conservativo con riposo, ghiaccio, trattamenti fisioterapici e antinfiammatori
è per lo più indicato in caso di lesioni meniscali di tipo degenerativo in pazienti molto anziani e con basse richieste funzionali.
Trattamento chirurgico
Di solito nella maggior parte dei pazienti giovani-adulti con lesioni traumatiche e degenerative che provocano dolore e limitazione funzionale o in caso di blocchi articolari è necessario intervenire chirurgicamente. Le moderne tecniche mini-invasive artroscopiche consentono di asportare solo la porzione di menisco lesionato (meniscectomia selettiva) utilizzando specifici strumenti che passano attraverso due piccoli fori percutanei (detti portali), garantendo quindi tempi chirurgici e di recupero riabilitativo molto più veloci rispetto al passato.
Quando, soprattutto in soggetti sotto i 40 anni, la lesione o rottura interessa la porzione più periferica e vascolarizzata del menisco, e di conseguenza potenzialmente in grado di “guarire”, è imperativo tentare di ripararla tramite la procedura artroscopica di sutura meniscale, attraverso dispositivi specifici in grado di cucire la lesione, ancorandola alla capsula articolare del ginocchio.
In pochi casi selezionati e pazienti molto giovani si ricorre ad interventi chirurgici di “protesi meniscale” con sostituti biologici o di “trapianto meniscale” con innesti di tessuto da donatore: l’obiettivo è salvaguardare la cartilagine articolare dalla degenerazione artrosica a seguito di interventi di meniscectomia totale o subtotale (superiore al 50%), forzatamente eseguiti per lesioni meniscali ampie e molto complesse.
Programma riabilitativo
Il programma riabilitativo dopo un intervento isolato di meniscectomia selettiva artroscopica (generalmente eseguita in day hospital) si basa su specifici esercizi che permettono un recupero completo della funzionalità articolare in circa 10-15 giorni, periodo in cui si utilizzano due bastoni antibrachiali per la deambulazione.
Sedute di fisiokinesiterapia, rieducazione propriocettiva ed esempio di rinforzo del tono-trofismo muscolare della coscia e del polpaccio completano il percorso di recupero con ritorno ad un’attività lavorativa pesante dopo circa 3 settimane e alla pratica sportiva dopo 30 giorni.
L’intervento di sutura meniscale, al contrario, prevede tempistiche di recupero più lunghe con la prescrizione di limitare la flessione non oltre i 90° e di carico parziale (o astensione dal carico) per circa 20 giorni, per dare la possibilità alla riparazione meniscale di cicatrizzare e stabilizzarsi.
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L' opinione dei pazienti
Ulmerina – 85 anni
Osteonecrosi testa del femore
Non camminavo quasi più per un dolore crescente alla gamba, che si è rivelato effetto di una brutta necrosi al femore. Dopo qualche mese la situazione era così peggiorata che il dott. Razzaboni mi ha detto “Solo con l’intervento potrebbe avere una soluzione, altrimenti è condannata non solo ad avere sempre più male, ma non riuscirà nemmeno a stare seduta”. Non ci ho pensato a lungo, ho deciso di operarmi e, nonostante qualche altro problemino di salute, l’intervento è andato benissimo. Il dott. Razzaboni è stato molto chiaro sui rischi, come sulle possibilità. A distanza di 3 mesi camminavo già bene, senza quel dolore terribile ed avevo quasi completamente abbandonato il deambulatore: sono rinata!
I miei figli ed io vorremo fare davvero un “monumento” al dott. Razzaboni e a tutto il suo staff di Villa Igea: bravi, gentili, preparati e molto umani!
Loretta – 61 anni
Quando mi sono presentata per la prima volta nell’ambulatorio del dr. Razzaboni con un’artrosi molto grave al ginocchio destro, ero titubante al pensiero di dover affrontare un nuovo intervento di protesi, dopo aver subito la stessa operazione all’altro ginocchio anni prima. Per farmi superare le mie paure, visto che l’altra volta avevo avuto diverse difficoltà nella fase di recupero, ci sono volute tutta la pazienza e la bravura del dottore. Mi hanno aiutato tanto anche l’ambiente cordiale e accogliente della clinica e il bel rapporto con la mia fisioterapista.
Poi, quando al controllo dopo trenta giorni il dr. Razzaboni mi ha detto che la ripresa era già molto buona, beh… è stata la conferma che questa volta mi ero affidata alla persona giusta!
Giovanni – 77 anni
Coxartrosi bilaterale
Ho avuto modo di apprezzare l’alta professionalità del dott. Paolo Razzaboni, giovane chirurgo ortopedico presso Ospedali Privati Forlì, in occasione dell’intervento bilaterale di protesi d’anca, a cui sono stato sottoposto nel giro di un anno dopo aver valutato diverse alternative a Milano, dove risiedo.
La sua tecnica operatoria mininvasiva, senza taglio della muscolatura glutea, mi ha permesso un rapidissimo recupero funzionale di entrambi gli arti (in meno di una settimana) ed una minima cicatrice. Anche nell’assistenza post-operatoria, il dottore ha saputo indirizzarmi ed assicurarmi per una piena ripresa del movimento e della forza. Un grato ringraziamento al dottore ed al suo staff.
Rita – 61 anni
Coxartrosi primitiva
Il fatto che il giorno dopo l’intervento di protesi d’anca fossi già autonoma negli spostamenti è stato determinante per darmi la forza di portare avanti con successo la riabilitazione e riacquistare una funzionalità molto buona. Il dr. Razzaboni me lo aveva detto già il giorno della prima visita, quando mi aveva spiegato il tipo di intervento che aveva intenzione di fare, la tecnica mininvasiva anteriore e tutti i suoi vantaggi.
E devo dire che gli ho creduto senza riserve perché “a pelle” ha subito conquistato la mia fiducia, come non mi era invece accaduto anni prima con il chirurgo che mi aveva operato di protesi all’altra anca.
Francesca – 41 anni
Lesione legamento crociato
Mi avevano parlato del dott. Razzaboni altri pazienti che avevano fatto il mio stesso percorso e devo dire che, appena terminata la prima visita con lui, ho capito che era il medico giusto per me.
Ero stata da altri chirurghi, ma solo lui mi ha convinta; è una persona molto umile e squisita. Sapeva esattamente cosa avrebbe fatto e cosa sarebbe successo dopo l’intervento, passo dopo passo, e i tempi di ripresa sono stati esattamente quelli che aveva previsto.
Giulio – 60 anni
Gonartrosi
Ero convinto di poter tenere sotto controllo i dolori del mio ginocchio destro causati dall’artrosi, ma così non è stato: le medicine facevano effetto solo per brevi periodi, poi il problema si ripresentava. Me lo ha fatto capire subito il dottor Razzaboni, che mi ha consigliato di intervenire con una protesi parziale monocompartimentale del ginocchio: devo dire che è andato tutto molto bene e dopo un mese dall’intervento camminavo già tranquillamente. La fisioterapia è stata efficace e i terapisti, oltre a lavorare sui movimenti del ginocchio, hanno rafforzato i muscoli della coscia, migliorando la stabilità della gamba.
Franca – 87 anni
Coxartrosi primitiva
Soffrivo da tempo per una anca disastrata, per via di una coxartrosi sinistra grave, con evoluzione in necrosi e una grande limitazione funzionale. Faticavo a prendere una decisione per risolvere il problema. Quando ho incontrato il Dott. Razzaboni non ho più avuto dubbi! Mi sono da subito affidata, mi ha operata con la tecnica mininvasiva per via anteriore diretta ed ora cammino retta e non ho più alcun dolore!
Grazie a lui, grazie alla sua équipe.
Grazie, grazie… sono al settimo cielo dalla felicità!
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